Quando siamo colpiti da questioni strettamente riservate e che riteniamo troppo personali da poter raccontare verbalmente perché siamo persone introverse,si possono provare a fare sedute di riflessologia plantare emozionale. Vi spiego perché.
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Nella pratica terapeutica mi è capitato di avere in consulenza persone che facevano difficoltà ad aprirsi al racconto di sé.
In questi casi poter fare esperienza della riflessologia plantare apre mondi sconosciuti di se stessi e delle proprie risorse.
Smuove blocchi inconsci senza dover necessariamente parlare se la persona è introversa e all’inizio non si lascia andare ad un’apertura verbale.
E sai perché? Perché il piede non mente, non ha difese.
Quando l’operatore inizia un trattamento emozionale attraverso i punti riflessi dei vari sistemi, apparati ed organi sotto la pianta del piede entra in contatto con un universo sconosciuto sbloccando situazioni interiori invisibili.
A volte può capitare nel silenzio durante un trattamento, vedere scendere lacrime sul viso delle persone ed è un momento fortemente toccante per me e liberatorio per lei; oppure subito dopo il trattamento attraverso delle sensazioni che lei manifesta o nei giorni seguenti in cui racconta di come abbia affrontato e gestito momenti in modo del tutto nuovi rispetto a come li avrebbe gestiti in passato.
Bastano una o due sedute insieme al percorso scelto e dedicato di evoluzione dell’anima che la persona avverte consciamente e consapevolmente i primi sblocchi emotivi, ne parla e inizia ad affrontare gli incontri successivi parlando raccontandosi come se quell’incapacità di comunicare le proprie emozioni, il proprio sentire non fosse mai esistito.